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Il lungo ritorno

L'auto è costretta a fermarsi perché l'intero villaggio è raccolto nella piazza. Non un suono, non un gesto, quando la mia voce annuncia la morte di Carlos Kaytennae. Se non sentissi l'odore di tabacco e di corpi strappati al sonno lo crederei un raduno di fantasmi. 

Finché un vecchio intona, acuto come un richiamo, un canto funebre. La folla si scuote e le voci, all'inizio esitanti poi sempre più decise, confluiscono in un coro grave e solenne che sembra arginare, a ogni strofa, il tono lacerante del vecchio.

La luce turchina si inonda di rosso e accende la neve sulla cima del monte Dzil Nchaa Si An. Sorge l'alba  nella riserva degli apache San Carlos.

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Nella terza notte della veglia, sulle pendici della montagna dove Carlos Kaytennae dormirà il suo sonno, l'intero villaggio è vestito di bianco. Il suono dei tamburi incrina l'aria mentre cominciano le danze sull'erba.

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Dentro di me tutto è immobile come una fotografia. Mariano Eyelash mi porge il coltello. Sul corpo bianco del defunto lascio cadere a ciocche i capelli che mi recido.

The car comes to a halt as the entire village is in the center of town. Not a sound, not a gesture, when my voice announces the death of Carlos Kaytennae. If I did not smell the tobacco and the bodies seized from sleep, I would think this was a covenant of ghosts.

Until an elder intones, sharp as a call, a mourning chant. The crowd is shaken and the voices, at first hesitant then more decisive, join in a chorus, grave and solemn, and yet offering respite at every verse to the wounded tone of the old man.

Red pierces the bruised blue light lighting the snow on the top of Mount Dzil Nchas Si An.

Dawn has come on the Apache San Carlos reservation.

On the third night of the wake, at the foot of the mountain where Carlos Kaytennae will forever sleep, the entire village is dressed in white. The drumbeat cracks the air while the dances begin on the grass.

Within me, all is still as a picture.

Mariano Eyelash gives me the knife.

On the white painted body of my man I let my hair fall, lock by lock.

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Seduta sulla savonarola, la mano inanellata chiusa intorno al pomo d’avorio del bastone, Antigone gira il viso verso la porta dalla quale sono entrata. Faccio un altro passo avanti e, inchinandomi appena, le tendo le braccia. Mia madre scuote la testa risoluta: lei non ammazza il vitello grasso.

Lascio cadere le braccia e mi siedo sul tappeto, ai suoi piedi.

«Lou è morto» dico.

Un guizzo le attraversa lo sguardo.

Osservo i suoi capelli completamente bianchi, vorrei passarci dentro le dita, ma non oso perché il fuoco dei suoi occhi neri mi intimidisce. È ancora pericolosamente bella e, nello stesso istante in cui lo penso, lei si sposta leggermente e i raggi del sole investono il viola del suo volto. Sul petto si illumina la turchese del medaglione.

«Siamo tutt’e due vedove, Antigone».

Cosa non darei per ascoltare la sua voce dura, secca, senza la minima inflessione che tradisca la lingua della costa arroventata che le ha dato i natali.

«Se lo desideri, posso chiederti perdono, Antigone».

Da quelle labbra esce solo un sospiro. Con timidezza allungo una mano e la poggio sul suo ginocchio. Avverto sotto il palmo il tremito che le attraversa il corpo. Si è commossa, ma continua a fissarmi severa perché ai figli è disposta a perdonare tutto, tranne che i tentativi di commuoverla. Mi alzo in piedi e mi accosto alla finestra, ho bisogno di aria. Finalmente mia madre si decide a parlarmi, lo fa in greco:

«Ho avuto figli iracondi e deboli. Speravo che almeno tu venissi su come me, forte, invece sei soltanto dura e ostinata, una pietra, come il nome che porti».

Si interrompe e mi guarda interdetta, come se si stupisse di averlo detto. Subito però si ricompone e continua nel suo tono tagliente:

«Non riesco a perdonarti di esserti messa sempre contro di me».

«E contro chi altri avrei dovuto, Antigone?» ribatto con amarezza.

Solleva una mano per ripararsi gli occhi.

«Vieni via dalla finestra, Pietra, non riesco a guardarti controluce».

Appoggiandosi al bastone raggiunge la scrivania e tenta di aprirne il cassetto.

«Dammi una mano» dice indispettita. In un momento lo sfilo dalle cerniere difettose e le carte ordinate di mio padre, i compassi, un taccuino respirano alla luce.

«Antigone, che stai cercando?».

«Un pretesto, un qualsiasi pretesto» risponde. Si abbandona sulla sedia, le lacrime le rigano le guance.

«I morti sono soltanto polvere, Pietra».

«Antigone, no» la supplico, «non dire questo».

Il suo volto di vecchia accartocciato dal pianto me la fa apparire per la prima volta inerme e fragile come una bambina.

«Antigone, ti prego».

Gli occhi, di nuovo, mi fissano come se mi volessero incenerire.

«Cosa credi, che tuo padre, Carlos, Lou siano tra noi e continuino a parlarci? Perché diavolo ti illudi, figlia mia?».

Malgrado tenti di resistermi, riesco a stringerla contro il mio petto.

«Perché sei tornata, perché?» mormora fra i denti, «ormai sono abituata alla solitudine».

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Once our father was buried in the family crypt, my mother, Antigone Thalassinos Mattia, standing before his tomb, told my husband Lou and my siblings:

“From now on, before you come to visit, think twice. If it isn’t necessary, save yourself the trip. I do not intend to waste what time I have left in useless chitchat.”

She moved into the library where my father had spent the last twenty years of his life and where, face down on an atlas, he had been found dead one January afternoon.

She refused to utter another word of Italian. Perhaps she began talking with her dead.

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Leaning on her cane, she reaches for the desk and tries to open a drawer.

“Give me a hand,” she snaps. I free the drawer from the rusty rails, and my father’s orderly papers, his compasses, and a notebook breathe in the light.

“Antigone, what are you looking for?”

“A pretext, any pretext,” she answers and falls on the chair, tears streaking down her cheeks.

“The dead are nothing but dust, Pietra.”

“Antigone, no. Don’t say that!”

Tears have creased her old woman’s face. For the first time she appears as helpless and fragile as a child.

“Antigone, I beg you.”

Again her eyes stare at me as if they wished to annihilate me.

“Do you think that your father and your two husbands are with us? That they talk to us? Why do you delude yourself, daughter?”

Though she tries to resist me I manage to hold her to my bosom.

“Why? Why did you come back? I am used to my solitude,” she mutters through her clenched teeth.   

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